Sul tema è intervenuto recentemente l’Ordine degli Avvocati di Milano che ha introdotto una Carta innovativa sull’utilizzo consapevole e responsabile dell’intelligenza artificiale nel settore forense.
Questo documento è la prima guida, tanto per i professionisti del diritto quanto per chi opera in ambiti correlati, che si pone l’obiettivo di armonizzare l’uso della tecnologia con i principi etici e legali.
La Carta sottolinea che l’impiego dell’AI deve rispettare i principi fondamentali di legalità, trasparenza e responsabilità.
Le tecnologie utilizzate devono conformarsi alle normative vigenti e mirare al miglioramento della qualità dei servizi legali offerti, senza compromettere i diritti dei clienti. Inoltre, è richiesto un monitoraggio continuo dei potenziali rischi associati, adottando misure correttive qualora necessario.
Un aspetto fondamentale del documento riguarda la trasparenza nei confronti del cliente. Ogni utilizzo dell’AI deve essere esplicitamente dichiarato e i professionisti hanno l’obbligo di spiegare in modo chiaro come la tecnologia abbia influenzato l’analisi legale, l’elaborazione dei documenti o altre attività. Questa trasparenza deve garantire che i risultati siano comprensibili, giustificabili e conformi alle migliori prassi.
Nonostante i progressi tecnologici, infatti, la consulenza non deve snaturarsi, non deve diventare l’output passivo e sterile di un software ma rimanere sempre centralmente “umana”.
Al professionista spetta sempre il ruolo, non declinabile, di verificare l’idoneità degli strumenti scelti e l’accuratezza dei dati utilizzati, evitando di subire i pregiudizi o gli errori tipici dell’intelligenza artificiale che elabora, statisticamente e senza anima, delle informazioni.
La Carta dedica particolare attenzione alla protezione dei dati personali, promuovendo l’adozione di pratiche che minimizzino l’utilizzo di informazioni sensibili e che garantiscano la sicurezza informatica.
L’iniziativa dell’Ordine degli Avvocati di Milano rappresenta un passo decisivo verso l’integrazione responsabile dell’intelligenza artificiale nel diritto.
Attraverso la combinazione di principi etici, formazione e innovazione, i professionisti possono utilizzare l’AI per migliorare la qualità dei servizi senza rinunciare alla centralità del proprio giudizio personale.